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Consulenza Strategica e Direzionale

Quando il contesto cambia in modo rapido e imprevedibile gli schemi consolidati possono non bastare più. Come stare davanti a questa complessità? Sono da considerare vari aspetti.
CASH IS KING...

Perché la dinamica finanziaria è importante quanto (e più) del margine?

La gestione dei flussi finanziari non riguarda solo la determinazione della loro quantità ma anche la tempistica in cui si manifestano: una crisi finanziaria può accadere anche in presenza di ricavi in crescita e buoni margini. Dovremmo parlare in questo caso di crescita “non-sostenibile”. Se manca il flusso che lo alimenta, infatti, anche un organismo sano si indebolisce, rallenta, fino a fermarsi. E non sempre riesce a ripartire. Monitorare e pianificare sono due azioni necessarie quando si tratta di gestire i flussi in entrata e in uscita di un’impresa, ma non sono operazioni di routine come la contabilità, anche se sono ad essa strettamente collegate.
PMI fornisce un servizio di affiancamento nella gestione dei flussi finanziari attraverso un software di monitoraggio specializzato, rapidamente adattabile alle esigenze della singola azienda, e per il quale esegue un servizio di set-up, di formazione e di supporto nell’analisi dei risultati che produce.
L’analisi organizzativa e l’ottimizzazione dei processi in tutte le aree aziendali costituiscono una leva competitiva decisiva, ancor più in un’epoca di rapidi cambiamenti come quella attuale in cui innovazione e tecnologia spingono verso nuovi modelli di business e di produzione dove gli eventi interni ed esterni cui l’azienda si trova a far fronte non dovrebbero essere subiti passivamente o gestiti solo in una logica di emergenza.
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Strumenti e normative per prevenire la crisi d’impresa

La normativa sulla crisi di impresa sta cambiando velocemente in questi ultimi anni soprattutto nell’ottica di prevenirla.

Il Codice della Crisi ha introdotto, dal mese di luglio 2022, la necessità di rilevare eventuali squilibri di carattere patrimoniale o economico-finanziario, rapportati alle specifiche caratteristiche dell’impresa e dell’attività imprenditoriale svolta dal debitore per prevenire situazioni che possano condurre un’impresa verso il default.

Il legislatore ha ritenuto indispensabile spingere l’imprenditore a focalizzarsi in un’ottica di previsione piuttosto che su quella retrospettiva che caratterizza di fatto l’informativa aziendale attualmente obbligatoria: i bilanci, sebbene integrati con i rendiconti finanziari, evidenziano le dinamiche passate (in genere tra-passate) ma nulla dicono delle prospettive.

E’ diventato quindi obbligatorio per l’imprenditore individuale e la società, dotarsi di strumenti che garantiscano il monitoraggio dello stato di salute attraverso degli indicatori economico-finanziari (KPI) capaci di individuare anche a livello infrannuale l’esistenza di segnali di criticità. La disposizione normativa prevede esplicitamente che i KPI debbono essere di natura contabile e toccare tutte le dinamiche aziendali, tanto quella economica quanto quella patrimoniale e finanziaria. L’attenzione si concentra soprattutto sull’adeguatezza dei flussi di cassa prospettici a far fronte alle obbligazioni nei successivi 12 mesi.

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