L’obiettivo del Piano Industria 5.0 è di supportare le imprese che abbracciano l’innovazione e adottano soluzioni tecnologiche all’avanguardia, anche digitali, per incrementare l’efficienza energetica e promuovere l’autoconsumo e l’autoproduzione di energia rinnovabile. 

Il credito d’imposta per la Transizione 5.0 sostiene le imprese che investono nella transizione energetica dei propri processi produttivi con l’obiettivo di adottare un modello di produzione più efficiente, sostenibile e basato sulle fonti rinnovabili.

Il sistema di agevolazione si comporrà di nove differenti aliquote, incrociando volumi di investimento con risultati in termini di risparmio energetico. In sostanza per investimenti fino a 2,5 milioni, effettuati principalmente dalle Pmi, il credito di imposta arriverà al 45% nella terza classe di efficienza energetica, cioè quella che darà risultati migliori di risparmio. Si scende rispettivamente al 40% e al 35% nella seconda e prima classe. L’intensità dell’aiuto cala all’aumentare dell’investimento, secondo la logica di premiare di più le piccole e medie aziende rispetto ai grandi gruppi. Così nella fascia 2,5-10 milioni di spesa il credito d’imposta sarà del 25% nella terza classe di efficienza energetica, del 20% nella seconda e del 15% nella prima classe. Infine, tra 10 e 50 milioni il beneficio fiscale sarà rispettivamente del 15%, 10% e 5 per cento.

Le imprese che non raggiungeranno gli obiettivi di efficienza energetica ma acquisteranno beni tecnologicamente avanzati funzionali alla digitalizzazione potranno comunque continuare a beneficiare degli attuali incentivi del piano Transizione 4.0, molto meno generosi però.

Transizione 4.0 dovrebbe infatti continuare ad essere operativo per investimenti effettuati nel 2024 e nel 2025 (con estensione ai beni consegnati entro il 30 giugno 2026 a patto di aver versato entro l’anno precedente un acconto di almeno il 20% al venditore).

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